La Propoli difensore dell'alveare 

01.03.2019

La parola Propoli, che sembra stata coniata da Aristotele, deriva dal greco pro (davanti) e polis (città) quindi significa davanti alla città e per estensione difensore della città.

La propoli è stato usato come medicina fin dal tempo degli antichi Egizi ma è rimasto nell'oblio più completo per moltissimi anni, così come altre medicine naturali. Addirittura un tempo veniva considerato materiale da stregoneria piuttosto che quella complessa e potente fonte di salute naturale che è.

Una cosa è certa: la Propoli è costituito da circa il 50% di resine di varia origine. Quindi il materiale base del propoli raccolto dalle api è già in partenza una sostanza che il mondo delle piante utilizza per garantirsi energia e salute. Le resine infatti svolgono un ruolo importante nei sistemi di difesa immunitaria di piante ed alberi. Quando un albero viene danneggiato con tagli e simili, reagisce emettendo resine allo scopo di rimarginare la ferita, quasi a fermare una fuoriuscita di sangue. Molte di queste resine sono considerate sacre dalle medicine naturali. Basti pensare all'incesso ed alla mirra portate in dono dai re Magi a Gesù Bambino. Incenso e mirra hanno proprietà anti-infiammatorie ben documentate e vengono usate nella cura di vari disturbi quali reumatismi, artrite e malattie attinenti l'apparato respiratorio.

Una credenza abbastanza diffusa sull'origine del propoli è che esso derivi unicamente dalla resina dei pioppi. Sebbene il pioppo sia una delle fonti principali di resina, le resine vengono raccolte dalle api da una grande varietà di arbusti e piante a seconda di cosa è disponibile localmente.

il ruolo del propoli nell'alveare è legato ad un enigma di fondamentale importanza: come fa una colonia di api, in genere composta da oltre 50.000 individui, concentrata in uno spazio ristretto, praticamente sigillato ermeticamente e ad una temperatura costante di circa 35° con livelli di umidità del 9o% a sopravvivere ? Condizioni del genere sono l'ideale per lo sviluppo di batteri e per la diffusione di malattie. Sotto molti aspetti, le condizioni all'interno dell'alveare rispecchiano quelle interne dell'organismo umano e presentano problemi simili: una temperatura costante ed un costante livello di umidità. La soluzione per noi umani sta nel nostro complesso sistema immunitario, mentre le api usano il propoli. Per quanto strano possa sembrare, è difficile evitare la conclusione che il propoli effettivamente fornisce all'alveare una sorta di sistema immunitario esterno ... e torniamo ad Aristotele che lo definiva difensore delle città.

La propoli rappresenta in genere per gli apicoltori una "scocciatura" che li costringe a lavorare di più ogni qual volta devono aprire l'arnia per controllarla o per asportare il miele. La propoli infatti salda fermamente l'una all'altra tutte le parti mobili dell'alveare ancorandole alle pareti dell'arnia. La propoli viene a anche usata dalle api per "mummificare"gli intrusi che non possono essere tenuti lontani dall'alveare. Piccoli animali talvolta riescono a penetrare nell'arnia alla ricerca di calore e cibo. Nel caso di insetti minori non ci sono problemi, vengono, punti, uccisi e poi spinti fuori dall'alveare, mentre gli animali più grossi non potendo essere trasportati fuori dall'alveare dopo essere uccisi vengono cosparsi di propoli e per finire con un sottile strato di cera. Il processo di decomposizione si ferma ed il cadavere non è più una minaccia per la famiglia. Questo fenomeno è stato osservato dagli antichi Egizi e quindi copiato per trasformare i faraoni in mummie. La propoli viene infatti rilevata in tutte le mummie dell'antico Egitto.